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Alexander Dugin

🇮🇹 Nessuna resa dei conti con niente e nessuno

di Aleksandr Dugin
di Aleksandr Dugin

Nessuno conosce con certezza il futuro. Nessuno, però, conosce con certezza né il presente né il passato. Ecco perché le loro interpretazioni differiscono così tanto, ma il futuro è ancora più aperto. Tanto più incerto è il futuro in una guerra così dura e terribile come quella in corso in questo momento. Una guerra con l’Occidente collettivo.

Sul futuro possiamo solo fare ipotesi e progetti. Entrambi sono strettamente legati. Come l’ipotesi, così il piano. E viceversa.

Le ipotesi principali sono due:

  1. La riconciliazione è possibile e negli Stati Uniti (in Occidente) ci sono forze disposte a fermare Zelensky.
  2. La riconciliazione non è possibile fino a quando la Russia non otterrà la completa resa di Kiev e il controllo de facto dell’intero territorio ucraino (cioè il raggiungimento degli obiettivi dell’OSU di smilitarizzazione e denazificazione).

Da qui i piani:

  1. Sulla base della prima ipotesi, dovremmo procrastinare e cercare di negoziare.
  2. Sulla base della seconda – prepararsi a una guerra totale fino alla fine, fino alla vittoria totale. Come nella Grande Guerra Patriottica. Non necessariamente fino a Berlino o alla Manica, ma sicuramente fino a Lvov.

Se procediamo dalla prima ipotesi, allora creiamo i presupposti per la riconciliazione. Certo, siamo in guerra, ma con un riferimento all’armistizio.

Se procediamo, invece, dalla seconda ipotesi, dimentichiamo del tutto la possibilità di un armistizio e ci concentriamo solo ed esclusivamente sulla guerra. Se ci manca qualcosa per la Vittoria, correggiamo la situazione. Se qualcuno non è in grado o non vuole combattere correttamente, cambiamo il personale. Se gli atteggiamenti dell’élite e della società ostacolano la vittoria, cambiamo questi atteggiamenti – insieme a segmenti dell’élite e persino della società. Perché in guerra è come in guerra.

Sono convinto che una tregua sia impossibile; o ci verranno offerte condizioni tali da far crollare l’intero sistema politico della Russia se le accettiamo, perché la gente, e soprattutto coloro che sono già stati profondamente coinvolti nella guerra e hanno perso i loro cari e parenti, che hanno creduto a Putin e sono andati al fronte, non saranno in grado di accettarla.

Escluderei del tutto la prima ipotesi. È improbabile dall’esterno e porterebbe comunque al collasso del sistema dall’interno, anche se, contrariamente alla logica, qualcuno cercasse di attuarla dall’esterno.

Resta da agire sulla seconda ipotesi, ma si tratta di un piano completamente diverso.

Nel 2014 le autorità sono riuscite a convincerci dell’esistenza di un “piano astuto”. Non c’era. C’era una pianificazione sbagliata basata su false ipotesi. Tutto quello che dovevamo fare allora era portare le truppe e andare il più lontano possibile. Abbiamo esitato, abbiamo creduto in un armistizio. Siamo stati ingannati, e lo stesso Presidente lo ha ammesso e continuiamo ad essere ingannati. Non c’è dubbio che saranno ingannati di nuovo. E qualcuno all’interno ci ha aiutato a essere ingannati. Sarebbe interessante sapere chi…

Ciò di cui abbiamo bisogno ora non è un “piano astuto”, ma un piano sensato e ben costruito per la Vittoria. Tutto ciò che deve essere fatto per attuarlo, comprese eventuali “misure impopolari”, dovrebbe essere attivato, e il più presto possibile (la velocità nelle guerre moderne decide quasi tutto). Senza tener conto di niente e di nessuno. Ora non c’è più tempo per le elezioni né per le valutazioni.

Ecco: una tregua molto improbabile e una guerra totale molto più probabile, quasi garantita – entrambe le ipotesi escludono la continuazione di una politica in tempo di pace. Ne abbiamo già parlato. Ma non sembra che ce ne siamo resi conto veramente e, di conseguenza, abbiamo bisogno di un soggetto della Vittoria. Un soggetto razionale, risoluto, volitivo, sensibile, immune alla disinformazione e alle influenze dubbie. Un soggetto russo.

Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini

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