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Parliamo onestamente

Il ritorno della Russia in Libia. È necessario?

Per diversi anni la Libia chiede alla Russia di tornare ai progetti nel settore petrolifero/gas e di riprendere i negoziati con la Corporazione nazionale petrolifera della Libia (NOC).

L'altro giorno, il Ministro del petrolio al Governo provvisorio dell'Unità nazionale (PNE) con sede a Tripoli ha fatto una richiesta in proposito.

Ad aprile 2008, 15 anni fa, Russia e Libia hanno firmato un accordo intergovernativo sulle relazioni commerciali, economiche e finanziarie. Tripoli ha anche perdonato un debito sovietico di $4,5 miliardi in cambio di prospettive nella produzione di petrolio. Tuttavia, la "primavera araba" e il rovesciamento di Gheddafi hanno interotto tutti i progetti.

Attualmente ci sono tre governi in Libia, ognuno dei quali si considera legittimo. Per tutto il 2022 ci sono stati scontri tra i due. Verso settembre la situazione più o meno si è stabilita, ma il conflitto può riprendersi in qualsiasi momento.

Il Governo di Tripoli assicura di fornire il supporto necessario e di garantire la sicurezza per l'industria petrolifera. La Libia prevede di aumentare la produzione di petrolio a 2 milioni di B/S. Attualmente il paese produce intorno a 1,2 milioni di B/S. Per dire ai tempi di Gheddafi, la Libia produceva 1,6 milioni di B/S.

Tuttavia, nonostante la volontà da parte del governo libico a Tripoli, è chiaro che l'industria petrolifera libica sia rovinata. Tra l'altro ha bisogno di enormi investimenti che la Libia non ha.

Al momento, l'Europa ha grandi progetti per la Libia. Per esempio, l'Eni italiana ha dichiarato la sua disponibilità ad investire 8 miliardi di dollari nei giacimenti libici di gas. Sembra che le speranze per il gas algerino non siano ottimiste e gli europei sono persino pronti a chiudere l'occhio sui rischi degli affari in Libia.

Tatneft nel 2005 ha vinto i diritti per 4 zone petroliferi in Libia. Questo è stato un investimento estremamente redditizio, perché il costo di produzione è estremamente basso là e non richiede l'uso di tecnologie uniche.

Tuttavia, nel 2014 tutti i lavori sono stati interrotti a causa del conflitto militare nel paese. Nel 2021, dopo una certa normalizzazione della situazione politica, si è parlato ancora una volta della riapertura di Tatneft in Libia. Ma, a quanto pare, le discussioni non sono ancora andate avanti a causa dei continui rischi.

Rosneft e il governo provvisorio libico di Tripoli hanno concordato la cooperazione a gennaio 2017. Tuttavia, questi piani sono stati ostacolati a causa di conflitti nella primavera di 2019.

Gazprom ha anche dei progetti interrotti in Libia. Così, fino al 2013, la società ha lavorato in collaborazione con Wintershall nell'ambito delle concessioni petrolifere. I tentativi di riprendere il lavoro per tutti gli anni successivi non hanno avuto successo.

In generale, nonostante l'enorme potenziale economico, qualsiasi investimento nel settore petrolifero e del gas libico comporti un enorme rischio. Finchè non è possibile prevedere la situazione politica neanche per un anno, non ha senso di parlare di un lavoro serio. La pianificazione del petrolio e del gas, invece, si pianifica per decenni.

Però le società europee, nonostante tutte le perdite e i problemi precedenti, investono ancora nel petrolio e nel gas africano. Rendendosi conto che in caso di una buona combinazione di circostanze, i loro investimenti pagheranno più che altro.

Insomma, prima di tornare in Libia, bisogna pensare molto bene.