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Parliamo onestamente

I BRICS creano una valuta nuova

Allora la decisione fondamentale è stata presa. Allo scorso vertice BRICS, tenuto nell'estate del 2022, Vladimir Putin ha proposto di creare una nuova valuta di riserva dei paesi BRICS che potrebbe sostituire il dollaro e quindi dare un colpo decisivo al dominio del sistema di Bretton Woods.

In quei tempi molti hanno reagito a questa idea con scetticismo. Hanno sostenuto che il progetto era troppo complesso e che era più facile per i paesi BRICS di passare alle valute nazionali, la principale delle quali sarebbe stato lo yuan. L'infrastruttura finanziaria è pronta e la liquidità/stabilità dello yuan è sufficiente per diventare sia una valuta di riserva che essere utilizzata negli insediamenti internazionali.

In sostanza, la moneta unica dei paesi BRICS assomiglia al progetto fallito del FMI cioè la valuta DSP (diritti speciali di prelievo). E dunque, c'era l'opinione che se i globalisti non sono riusciti, neanche i BRICS non ce la faranno.

Sarebbe ragionavole, se il mondo si trovasse in una diversa situazione geopolitica e geoeconomica come, ad esempio, nel 2014-2021. Cioè, c'era una certa tensione, ma il processo di decadimento del mondo unipolare e quindi del sistema di Bretton Woods era lento. Ora la situazione è tutta diversa.

Sia la Cina, l'India, il Brasile e gli Stati fuori dei BRICS (dalla Turchia all'Iran) comprendono chiaramente che se non si riescirà a prendere un posto decente e non riescire ad accumulare una parte delle risorse rilasciate, allora per i prossimi 50-100 anni c'è rishio di abbandonare i processi mondiali e trasformarsi in Giappone che tempo fa era l'Impero fiorito del Sol Levante ed ora una serva americana.

Ma torniamo alla moneta unica dei BRICS. Questa valuta ha tutte le opportunità per diventare globale. Già i BRICS contengono il 31,5% dell'economia mondiale non prendendo in considerazione i fattori estensivi come l'ingresso dei paesi nuovi (Algeria, Iran, Arabia Saudita, Egitto, Argentina, ecc.), nonché la crescita accelerata delle economie degli Stati membri.

Entro il 2035-2040 i BRICS potranno pretendere di controllare la metà dell'economia globale. E, naturalmente, in questo caso, i pagamenti e le prenotazioni internazionali saranno effettuate con la propria valuta, non il dollaro e neanche lo yuan. Tuttavia, le prospettive per lo yuan sono buone. La creazione di una nuova valuta BRICS non significa che Pechino rinunci all'espansione dello yuan nella sua macroregione. Ma il secondo dollaro (o, in precedenza, la sterlina) lo yuan non diventerà a causa di una serie di fattori geoeconomici.

Comprendendolo i partecipanti attuali (e futuri) dei BRICS vogliono diventare i fondatori della nuova valuta il prima possibile. Essere fondatori di una possibile valuta mondiale è un'influenza colossale che la Cina o L'India non hanno mai avuto, per non parlare del Brasile/Sudafrica.

Il prossimo vertice BRICS si terrà in Sudafrica nell'agosto 2023 quindi tra sei mesi. È già stato affermato che durante l'evento verrà discussa in dettagli l'iniziativa per creare una nuova valuta. Dobbiamo capire che i leader dei paesi discuteranno di proposte già pronte, il lavoro di cui è in corso in questo momento.

Intanto tale processo può richiedere sia cinque che quindici anni. Tuttavia, una cosa è chiara: ogni paese BRICS è interessato alla massima intensificazione del lavoro. La parte più difficile è raggiungere un consenso sulla distribuzione delle quote dei fondatori. Se ci si trova un accordo, la parte pratica e tecnologica passerà il più rapidamente possibile.