Dal 5 febbraio, come sapete, entra in vigore il divieto dell'UE sull'acquisto di carburante dalla Russia. C'è una seria di ristrutturazione del mercato diesel. Gli europei devono cercare i fornitori nuovi, Mosca, invece, deve decidere a chi è effettuare le forniture di olio combustibile senza le perdite per il proprio mercato di carburanti. Finora, è un problema è per entrambi.
Con riserva
Quest anno gli europei hanno acquistato il diesel dalla Russia, reintegrando i loro serbatoi. Stavano comprando più del necessario. Ciò significa che l'Europa ha creato le riserve di carburante per sopravvivere il divieto in modo migliore per loro. Ma ci riusciranno? Adesso vediamo.
La stessa cosa è accaduta col petrolio a dicembre. Un paio di settimane prima del divieto di acquisto, gli europei hanno iniziato a ridurre gradualmente le spedizioni. Ma prima lo prendevano in quantità enormi formando le riserve per il lungo tempo.
Tutte queste riserve sono sufficienti per poter trovare dei fornitori di carburante nuovi e stabilire una cooperazione con loro. Ora l'UE sta lentamente passando al diesel americano, dagli Emirati Arabi Uniti, dall'Arabia Saudita. Questi paesi sono impegnati nella produzione di prodotti petroliferi.
Sebbene gli americani abbiano ancora problemi con il diesel, è improbabile che aiutino gli europei. L'Europa può risolvere il problema con un altro metodo cioè acquistare il carburante destinato al mercato asiatico, ma pagando ovviamente molto di più.
Oppure, come un’alternativa, passare ai prodotti petroliferi che producono i paesi terzi dal petrolio russo. Così fanno gli indiani: comprano il petrolio da Mosca a un costo ridotto, lo elaborano e poi lo rivendono agli europei a un prezzo di mercato. Ciò gli consente di guadagnare parecchio.
Piu tardi questo metodo l’hanno apprezzato anche i cinesi. Quelle imprese private costruite per la raffinazione del petrolio erano utili, sebbene gli analisti le considerassero i beni non necessari. Ora, invece, aiuteranno la Cina a ottenere un buon reddito utilizzando il petrolio russo acquistato con uno sconto decente.
Anche la Turchia ha prestato attenzione a tale schema ed è pronta a fornire agli europei i prodotti di raffinazione a base del petrolio russo. Ha anche l'opportunità di acquistare da Mosca i prodotti stessi di raffinazione a un prezzo ridotto e poi rivenderli agli europei.
Forse i turchi presenteranno tutto in modo molto diverso, ad esempio, che acquistano petrolio da Mosca per i loro bisogni e vendono le proprie riserve liberate sul mercato mondiale. Nessuno sarà in grado di rintracciare di chi era il petrolio e dove sta realmente andando.
Gli esperti sono sicuri che molti stati seguiranno l'esempio. La Turchia può anche acquistare il gas dalla Russia e rivenderlo ai paesi europei a prezzo più alto.
Gli esperti ritengono che il Cremlino adotti le misure per reindirizzare le forniture di prodotti petroliferi nei paesi asiatici e spostare i grandi fornitori da lì. Cioè, ci sarà uno scambio di mercati. L'Europa, però, dovrà pagare molto di più per rifornirsi di carburante.
Dove mettere l'olio combustibile?
La Federazione Russa dovrà concentrarsi sull'esportazione di petrolio greggio e sulla riduzione delle vendite di prodotti petroliferi. Almeno perché trovare le petroliere per il trasporto di petrolio è molto più facile e veloce. Forse le spedizioni in Turchia potrebbero aumentare.
Ma con l'olio combustibile, la situazione è più complicata. L'anno scorso l'America ha stabilito il divieto di acquisto di petrolio e dei prodotti petroliferi in Russia incluso l'olio combustibile. Adesso non è chiaro dove consegnarlo. In precedenza, la maggior parte era andata negli Stati Uniti.
Il problema è abbastanza serio. Circa 90 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi leggeri vengono utilizzati per le esigenze interne della Federazione Russa: diesel, benzina, carburante per aerei e alcuni altri. Nella loro produzione, si forma inevitabilmente l'olio combustibile. Se non si riesce a trovare dove consegnarlo, si dovrà ridurre il volume della raffinazione del petrolio e questo porterà a una carenza di carburante.
Secondo gli esperti le difficoltà ci saranno solo nella prima metà del 2023, quindi poi sarà possibile stabilizzare piano piano la situazione.