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003 Italiani di Russia

Notiziario di lunedì 12 dicembre 2022 degli italiani di Russia. La puntata settimanale odierna sarà più breve del solito, sia per ragioni di salute del sottoscritto, sia soprattutto perché in settimana, e forse a buona ragione, ci sono state pochissime notizie in Russia riguardanti l’Italia. Buon ascolto e buona visione. Attualità Cominciamo con la storia infinita degli armamenti italiani all’Ucraina: armi sì, armi no, armi forse, armi quando, armi quanto, armi però. Poi ditemi che non ho ragione a dire che in tempi di guerra uno Stato – qualsiasi Stato – deve parlare con una sola voce. L’Italia ha inviato in Ucraina non solo armi, ma anche più di 50 tonnellate di apparecchiature elettriche, trasformatori e molti strumenti tecnologici. Lo ha annunciato una settimana fa il ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Abbiamo donato all’Ucraina non solo armi, ma anche 51 tonnellate di materiale elettrico, trasformatori, convertitori. Abbiamo fornito molti strumenti tecnologici, oltre che mezzi
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Notiziario di lunedì 12 dicembre 2022 degli italiani di Russia. La puntata settimanale odierna sarà più breve del solito, sia per ragioni di salute del sottoscritto, sia soprattutto perché in settimana, e forse a buona ragione, ci sono state pochissime notizie in Russia riguardanti l’Italia. Buon ascolto e buona visione.

Attualità

Cominciamo con la storia infinita degli armamenti italiani all’Ucraina: armi sì, armi no, armi forse, armi quando, armi quanto, armi però. Poi ditemi che non ho ragione a dire che in tempi di guerra uno Stato – qualsiasi Stato – deve parlare con una sola voce.

L’Italia ha inviato in Ucraina non solo armi, ma anche più di 50 tonnellate di apparecchiature elettriche, trasformatori e molti strumenti tecnologici. Lo ha annunciato una settimana fa il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

“Abbiamo donato all’Ucraina non solo armi, ma anche 51 tonnellate di materiale elettrico, trasformatori, convertitori. Abbiamo fornito molti strumenti tecnologici, oltre che mezzi militari”, lo cita l’ANSA, “e dal governo ucraino a me non è mai giunto alcun reclamo”.

In precedenza, il Corriere della Sera aveva riferito che gli ucraini si lamentano del vecchio modello di mortai che oltretutto arrivava dall’Italia senza munizioni. Stiamo parlando di mortai Mod63 da 120 mm consegnati cinque mesi fa, precisa il quotidiano di via Solferino. Questi modelli sono stati prodotti in Unione Sovietica nel 1966 in cui l’ottica e i sistemi di guida risalgono al 1947, e non vengono utilizzati da molto tempo, funzionano peggio dei corrispondenti sovietici della seconda guerra mondiale. Secondo il quotidiano, che fa riferimento a stime indipendenti di riviste militari specializzate, l’Italia ha speso 450 milioni di euro in forniture di armi a Kiev.

In primavera, il parlamento italiano ha approvato una risoluzione sulla fornitura di assistenza all’Ucraina, compresa l’assistenza militare. Sono stati stilati cinque decreti interministeriali con un elenco di armi fornite, che è classificato. La scorsa settimana, il governo ha approvato un decreto che estende l’assistenza militare fino al 2023. Tuttavia, si dice che i lavori sul nuovo pacchetto non siano ancora iniziati. Il Corriere della Sera indica che gli ucraini sperano di ricevere moderni impianti di lancio da Roma. Inoltre, in precedenza sui media è stato riferito che l’Italia potrebbe fornire componenti del sistema di difesa aerea.

“Vi assicuro che entro la fine dell’anno non ci sarà un nuovo decreto sulle forniture militari a Kiev. Vediamo quale decisione prenderà il governo in merito alla futura assistenza all’Ucraina e cosa si intenderà con essa", ha detto il ministro della difesa Crosetto. Bella forza: mancano meno di tre settimane alla fine dell’anno, e tra una decina di giorni governo e parlamento interrompono i lavori per le feste natalizie.

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Stiamo assistendo a uno scandalo crescente legato al campionato mondiale di calcio nel Qatar. Certo, a pochi piace l’ordinamento vigente in buona parte dei paesi mediorientali e del Nord Africa. Ed è ovvio che la memoria corra a quando il cosiddetto vecchio mondo non si è fatto problemi a partecipare alle olimpiadi del 1936 a Berlino. Però, come per la maggior parte dei Paesi dove gli Stati Uniti e dell’Europa occidentale pretendono di insegnare ed esportare la democrazia manu militari, loro hanno un vantaggio imprescindibile: sono a casa loro.

E poi c’è un altro particolare sul quale vale la pena soffermarsi mentalmente. Chi e quando l’ha stabilito che il campionato si dovesse svolgere in Qatar? L’ha deciso la FIFA a Zurigo nel 2010. Perché dunque proprio ora, dodici anni dopo, ipocritamente, a campionato avviato, ci si accorge che questo Paese arabo non segue i dettami anglosassoni?

Non a caso parlo di anglosassoni: le leggi che governano il gioco del calcio non sono un’esclusiva della FIFA, ma sono regolate congiuntamente con l’International Football Association Board (IFAB), composta da otto membri, di cui una metà in rappresentanza della FIFA e l’altra metà in rappresentanza delle quattro federazioni britanniche di Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord. Qualsiasi modifica apportata alle regole del calcio deve essere approvata da almeno i 3/4 dei delegati (ossia 6 su 8).

Ricorderete che la settimana scorsa abbiamo parlato di nazionalizzazione sì, nazionalizzazione no, nazionalizzazione forse della raffineria petrolifera ISAB di Priolo, in Sicilia, appartenente alla Lukoil russa. Voi direte: che c’entra? C’entra eccome: un gruppo di consiglieri, che comprende l’ex presidente del Consiglio (1998-2000) ed ex ministro degli Esteri (2006-2008) Massimo D’Alema, ha presentato al governo nuove istanze per l’acquisto della raffineria. Secondo Repubblica, si tratta dell’imprenditore del Qatar Ghanim Bin Saad Al Saad, proprietario della holding GSSG, e di investitori italiani. Questa cordata ha tenuto un incontro a Roma con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto-Fratin.

Precedentemente la Reuters aveva affermato che Lukoil e la Società energetica americana Crossbridge Energy Partners sarebbero vicine alla conclusione di un accordo per la cessione della raffineria ISAB. Secondo loro, il valore dell’accordo, sostenuto dal commerciante di petrolio svizzero-olandese Vitol, potrebbe essere di poco inferiore a 1,5 miliardi di euro, ma allo stesso tempo potrebbero cambiare i termini finali dell’operazione. Si prevede che i ricavi di ISAB quest’anno triplicheranno superando i 10 miliardi di euro a causa dell’aumento dei prezzi del gasolio e della benzina.

Lungi da noi scadere nel complottismo, anche perché è poco probabile che lo scandalo in Qatar sia legato a questioni italiche. Però non finisce qui. Venerdì la polizia belga ha effettuato un’importante indagine e sequestro nell’ambito della corruzione in relazione alla Coppa del Mondo in Qatar. Secondo il quotidiano belga Le Soir, in particolare sono stati arrestati l’ex deputato italiano al Parlamento europeo del gruppo socialista Pier-Antonio Panzeri e il capo della Confederazione internazionale dei sindacati Luca Visentini. La polizia ha trovato 500.000 euro in contanti presso la residenza dell’ex eurodeputato.

Il giornale osserva che le forze dell’ordine hanno condotto 14 perquisizioni in vari comuni di Bruxelles. Le indagini erano in corso dal luglio 2022. I sospetti sono accusati di aver preso tangenti dal Qatar e di aver tentato di influenzare la politica dell’Unione europea, in particolare la posizione di altri deputati del Parlamento europeo alla vigilia dei preparativi per i Mondiali. Secondo il giornale, gli arrestati hanno consegnato ingenti somme di denaro e doni di valore ad altri deputati.

L’ufficio del procuratore generale belga ha rilasciato una dichiarazione in cui confermava che venerdì si stava svolgendo una “operazione anti-corruzione relativa a uno dei Paesi del Medio Oriente”, ma ha lasciato senza commenti tutte le altre informazioni di Le Soir, compreso il collegamento dell’indagine con i Mondiali 2022. I PM hanno anche confermato l’arresto di quattro persone di origine italiana, senza rivelarne i nomi. Oltre all’ex PD, c’è il suo ex assistente parlamentare Francesco Giorgi e Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale della ONG No Peace Without Justice fondata da Emma Bonino. Sono stati perquisiti anche i locali dell’associazione presieduta da Panzeri, Fight Impunity, che promuove “la lotta all’impunità per gravi violazioni dei diritti umani” e la giustizia internazionale. Una ONG nel cui board onorario siedono personaggi di primo piano come l’ex commissario europeo per le Migrazioni, Dīmītrīs Avramopoulos (Nea Dimokratia, un Partito di destra che più destra non si può), l’ex Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Federica Mogherini (PD), e ancora la radicale Emma Bonino.

Dunque, comunque una storia tutta italiana? Nient’affatto. Oltre al già citato Avramopoulos, il nome più “pesante” è quello della socialdemocratica del PASOK Eva Kaili, eurodeputata greca del Movimento Socialista Panellenico, vicepresidente del Parlamento europeo, la convivente del menzionato Giorgi. Allora, forse è una storia tutta interna al centrosinistra, cioè di coloro che più hanno attaccato i qatarioti? Nemmeno. E non è solo questione di Avramopoulos: c’è anche lo scandalo di Ursula Von Der Leyen, 71 miliardi di dollari per i vaccini durante la pandemia. La Von Der Leyen è una democristiana di ferro, dello stesso Partito di Angela Merkel. Mi si permetta di menzionare un antico detto romano: il più onesto c’ha la rogna.

Intervista

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Paolo Lodigiani, imprenditore nel Caucaso settentrionale, sud della Russia.

Cultura

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Grande apertura della stagione operistica della Scala a Milano. Nonostante l’insoddisfazione del console generale ucraino e dei singoli attivisti, ha aperto la nuova stagione con l’opera Boris Godunov di Modest Mussorgskij, in cui il ruolo principale è stato interpretato dal basso russo Il’dar Abdrazakov. Il primo spettacolo ha raccolto il tutto esaurito ed è stato coronato da una standing ovation di 13 minuti, e tra gli ospiti d’onore della serata c’erano personaggi della cultura, diplomatici, politici e imprenditori.

Alla prima hanno partecipato ospiti di alto rango, tra cui il primo ministro italiano Giorgia Meloni, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen, altri politici e rappresentanti del Beau Monde e del mondo degli affari.

Gli ospiti hanno condiviso la loro opinione sulla produzione e sulla cultura russa in generale. Così, la premier Meloni ha fatto notare di non condividere le polemiche sulla cultura russa, nonostante la situazione in Ucraina. Il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha esortato a non inserire la cultura nella polemica, e il presidente del Senato italiano, Ignazio La Russa, ha detto che la grande arte non ha colore.

“Adoro la buona opera. Mussorgskij è fenomenale, anche Čajkovskij è fenomenale”, ha dichiarato alla TASS la Von Der Leyen.

Prima della prima, nel centro di Milano sono state prese rigide misure di sicurezza: la piazza antistante il teatro, insieme alle strade circostanti, è stata bloccata dalla polizia. Solo i possessori di biglietti, il cui costo arrivava fino a 3.000 euro, potevano oltrepassare le barriere. Come spiegato dal servizio stampa del teatro, l’introduzione di misure di sicurezza speciali è un fenomeno abbastanza normale. Approfittando del fatto che molte persone influenti si riuniscono alle anteprime, vari attivisti cercano di attirare l’attenzione con tutti i mezzi disponibili.

Così, la mattina del giorno della prima di Boris Godunov, gli attivisti ambientalisti hanno cosparso di vernice la facciata del teatro. L’obiettivo era attirare l’attenzione dei politici sui problemi dell’inquinamento ambientale e del riscaldamento globale. I servizi pubblici hanno rapidamente ripulito le macchie e gli attivisti sono stati fermati. Nel pomeriggio sono arrivati alla Scala altri manifestanti, in disaccordo con la politica sociale della repubblica e l’aumento dei prezzi delle utenze. Circa 50 persone hanno cercato di sfondare la recinzione con la forza, ma sono state fermate dalla polizia. Non senza attivisti filoucraini, sconvolti dalla decisione della direzione del teatro di iniziare la stagione con l’opera russa: circa due dozzine di persone hanno organizzato un picchetto con canti, ma non hanno attirato molta attenzione su di sé.

Secondo il Corriere della Sera, subito dopo l’apertura delle porte, il foyer del teatro ha cominciato ad assomigliare a un barattolo di latta a causa dell’enorme numero di spettatori. I critici del giornale, presenti all’apertura della stagione, hanno molto apprezzato la performance, assegnando il punteggio più alto a Il’dar Abdrazakov, che ha interpretato il ruolo principale, e notando l’ottimo lavoro del direttore d’orchestra Ricardo Chailly. Il pubblico è stato anche deliziato dall’opera, in cui molti ruoli sono stati interpretati da cantanti russi: oltre ad Abdrazakov, Aleksej Markov, Anna Denisova e il solista ospite del Teatro Mariinskij Dmitry Golovnin hanno preso parte alla produzione. Come hanno notato i giornalisti, alla fine della rappresentazione, dalla sala non è risuonata una sola esclamazione o fischio di disapprovazione, ma l’applauso è durato 13 minuti.

La decisione di aprire la nuova stagione della Scala con Boris Godunov di Modest Mussorgskij è stata annunciata nel giugno 2022. Come ha poi chiarito il direttore del teatro Dominique Meyer, il repertorio non è diretto contro l’Ucraina ed è stato formato tre anni fa: comprende anche Lo schiaccianoci e Il lago dei cigni di Čajkovskij messi in scena da Rudol’f Nureev.

Il principale direttore d’orchestra della Scala, Ricardo Chailly, ha affermato che rifiutare Puškin e Mussorgskij equivale a rifiutare Dante e Shakespeare.

Andrey Kartyš, Console Generale dell’Ucraina a Milano, aveva espresso disaccordo con l’inserimento di opere di compositori russi nel repertorio della Scala, perché, secondo lui, la comunità ucraina in Italia ha percepito negativamente il programma. Oltre a questo, il diplomatico ha accusato gli italiani di sostenere la “propaganda russa”.

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala, commentando la dichiarazione di Kartyš, aveva affermato che la protesta contro “Boris Godunov” gli è sembrata “un atto davvero sbagliato da parte del console”, e il viceministro della Cultura italiano Vittorio Sgarbi aveva definito stupide le richieste di cancellazione dell’opera, aggiungendo che quest’opera è “un capolavoro, appartiene all’umanità”.

Musica

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Probabilmente, molti ricordano il gruppo musicale cileno degli Inti Illimani, ma lo ricordano giusto per una canzone che è tuttora un inno, nel migliore senso di questa definizione: el pueblo unido jamás sera vencido. Pochi ricordano che hanno passato in Italia una ventina d’anni, perché è qui che erano in tournée durante il golpe fascista di Pinochet. Una emigrazione forzata, dunque. La canzone di oggi non c’entra con la Russia, ma riguarda comunque quanti, giunti all’estero temporaneamente, hanno cambiato pelle, perché nel frattempo hanno messo su famiglia. Emblematica una frase: ma cosa fa mio figlio nel mercato giocherellando in italiano.

Previsioni del tempo

Ci attendono finalmente nevicate e precipitazioni varie, perché è periodo di maltempo, a lungo termine. Il ciclone ha vinto definitivamente sul gelido e proverbiale anticiclone. In altre parole, ci sono tutte le condizioni perché nel sud arrivi aria umida, calda e subtropicale. Per la maggior parte riguarda appunto il meridione, ma l’aria prosegue il suo percorso verso il nord, aumentando la temperatura e però con precipitazioni di nevischio e pioggia.

Se a Smolensk, Vladimir e nella regione di Mosca i cumuli di neve aumenteranno di una decina di centimetri, invece a Belgorod e a Kursk sarà pioggia vera e propria, a fronte di una temperatura di +5°C.

Vento e pioggia nella regione del mare di Azov e in Crimea con addirittura +16°C, a Kuban’ e nel Caucaso il maltempo non arriverà.

Pietroburgo senza precipitazioni e -3°C, Mosca -2°C, con precipitazioni incombenti e valori altalenanti, con conseguenti gelate e calaverne.

Nella prossima puntata torneremo a parlare anche del resto della Russia, fino all’estremo oriente.

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