Sono sempre più preoccupanti i numeri dei contagi in Europa per il COVID-19 e ogni giorno la curva sale in modo vertiginoso.
Su questo sfondo assai tragico sembra quasi impossibile che il numero dei contagi in Russia, il paese più esteso del mondo, sia attualmente di soli 365 ammalati e solo un decesso. Si tratta tra l'altro di una donna anziana ricoverata il 13 marzo scorso e deceduta dopo 3 giorni di terapia intensiva a causa della polmonite causata dal coronavirus, ma che soffriva anche di diabete e ipertensione, ed era da poco sottoposta ad un intervento chirurgico al cuore.
Ovviamente i dubbi hanno iniziato subito a sorgere e i media internazionali hanno avuto una reazione di forte diffidenza verso i dati ufficiali.
La risposta, però, arriva direttamente dal report dell' OMS redatto dalla Dott.ssa Melita Vujnovic, che si è espressa così:
“La Russia ha reagito con congruo anticipo all'arrivo dell'epidemia e ha intrapreso misure adeguate già alla fine di gennaio. Oltre a identificare tempestivamente i casi, sono state rintracciate tutte le persone che hanno avuto dei contatti con i malati, e tutte sono state sottoposte all'isolamento obbligatorio. Tutte le misure consigliate dall' OMS sono state applicate correttamente. Inoltre, il secondo elemento volto a rallentare l'epidemia è stato distanziamento sociale. Anche questa misura è partita relativamente presto.”
Ricordiamo che la Russia ha chiuso tutti i collegamenti con la Cina già il 30 gennaio e si parla di una frontiera di quasi 3000 km. I cittadini russi evacuati da Wuhan sono stati sottoposti a quarantena obbligatoria nella provincia di Tiumen, in un albergo dedicato solo a questo scopo.
Ovviamente nessuna difesa è perfetta. Purtroppo la maggior parte dei casi diagnosticati sono persone che hanno fatto un viaggio in Italia. Attualmente si sta cercando di rintracciare, in generale, tutte le persone che sono rientrate dall'estero nel mese di Marzo.
Già negli ultimi giorni prima della totale chiusura tutti i passeggeri provenienti dall'Italia atterravano in un terminale separato ed erano sottoposti ai controlli già in aeroporto.
Ogni passeggero riceveva informazioni dettagliate circa le procedure di auto-isolamento e firmava il modulo dove si impegnava a rispettarle. I trasgressori rischiavano fino a 12 anni di reclusione, con poche speranze di ottenere sconti di pena.
Nei casi in cui i passeggeri mostravano i sintomi di COVID-19 o febbre, gli stessi venivano accompagnati direttamente dall'aeroporto all'ospedale in Kommunarka appena fuori Mosca, attrezzato appositamente per la lotta contro l'epidemia.
L'ospedale è di recente costruzione e risponde agli standard più moderni, per questo è stato scelto come polo di riferimento.
Il direttore dell'ospedale Denis Protsenko dice: “ Attualmente abbiamo ricoverato più di 500 pazienti tra cui solo 37 hanno avuto la diagnosi COVID-19, per fortuna solo un paziente ha avuto bisogno della terapia intensiva. La dimissione dei pazienti avviene solo dopo due tamponi negativi. Oggi, visti i numeri, non possiamo parlare di emergenza. Abbiamo anche sufficiente materiale di protezione per il personale e per i pazienti e allo stato attuale ogni paziente riceve cure mediche adeguate.”
Tuttavia anche nella società russa un numero non trascurabile di persone crede che il governo cerchi di nascondere i numeri sulla falsariga di quanto avvenuto a Chernobyl nel 1986. Ad alimentare questa convinzione è stato anche l'intervento di Anastasia Vasilyeva, il medico e supporter del partito di opposizione di Alexey Navalny. La dottoressa sostiene che il numero di infezioni respiratorie e polmoniti sia in aumento. “Nessuno muore per il coronavirus, “ - dice Vasilyeva, - "muoiono per le complicazioni. E quindi sono dati facilmente manipolabili”.
A smentire la posizione di Vasilyeva è comunque la stessa OMS che ha analizzato l'intero dato su polmoniti e infezioni respiratorie, anche dovute a cause diverse dal virus. “Ad oggi non si parla di una grande diffusione di COVID-19 in Russia. Ciò però non vuol dire che l'aumento non accadrà più avanti, come abbiamo osservato negli altri paesi” - dice la dott.ssa Vujnovic.
Bisogna infine analizzare anche altri fattori che hanno contribuito a rallentare la propagazione del COVID-19, primo fra tutti lo stile di vita della maggior parte dei russi. E' una cultura poco propensa alla socialità, a differenza di quella Italiana o Spagnola. La gente rispetta le distanze, quando è possibile, anche in assenza di epidemie. Tranne per una ristretta fascia di giovani, non è molto comune frequentare bar o ristoranti, e gli spostamenti sono quasi sempre molto limitati. Vi ricordiamo che solo una piccola percentuale dei russi ha la possibilità di viaggiare all'estero . Un altro importante fattore è quello demografico, alcune regioni sono davvero isolate e i contatti con le città sono ridotti al minimo. Un altro ancora è l'età media relativamente bassa rispetto a quella italiana. Ancora, in questo periodo le temperature su tutto il territorio rimangono molto basse e generalmente i livelli di inquinamento sono inferiori rispetto all'Europa Occidentale, questo avvalora la tesi della fascia climatica preferita dal virus.
Non sono poi da sottovalutare le abitudini quotidiane come il lavare spesso le mani, principio assolutamente rispettato dai russi in ogni circostanza. Lo stupore degli stranieri è spesso grande nel vedere che anche un semplicissimo punto ristoro o chiosco dispone di un lavamani a disposizione di tutti. Ultima abitudine dei Russi che può aver contribuito a limitare il contagio, e che spesso risulta atipica agli stranieri, è quella di togliersi le scarpe all'ingresso di case, scuole o università.
Dalla redazione ci auguriamo che, oltre agli aiuti materiali inviati del governo russo, arrivi in Italia anche il nostro messaggio di solidarietà e di pronta soluzione del problema.