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“L’economia dell’Italia doveva morire”

I piani decisi a tavolino dagli anni ’80 a oggi. Il crollo della Banca d’Italia, le stragi di Stato, l’omicidio Moro e il Patto Atlantico. Così l’Europa e le lobby hanno barattato la nostra competitività e ucciso il Made in Italy 

Italia scomoda. Per l’abbondanza di materie prime, per le infrastrutture all’avanguardia, per la qualità dei prodotti, l’artigianato, le bellezze paesaggistiche. “Difetti” che uno Stato impoverito da politiche aggressive quale era la Germania ai tempi del muro di Berlino non avrebbe tollerato, e che avrebbe messo sul piatto come moneta di scambio nel momento in cui le si chiedeva la riunificazione del blocco Est con quello Ovest. Un passaggio che avrebbe compiuto, ma ad un patto: ottenere l’eliminazione della rivale commerciale più pericolosa: l’Italia.

E’ impressionante l’analisi che Nino Galloni, funzionario di Stato e alto dirigente, fa ai microfoni di Claudio Messora. Impressionante perché, caso raro, viene dall’interno di un establishment (per fortuna in parte sorpassato), che per l’Italia aveva già deciso tutto. I personaggi di cui Galloni racconta con estrema lucidità, forse ricucendo per la prima volta pezzi che sembravano spaiati, sono tutti noti: da Aldo Moro a Giuliano Andreotti, da Guido Carli a Enrico Mattei. Ecco collegati tramite un unico filo conduttore la cessione della sovranità monetaria, gli omicidi eccellenti e le stragi di Stato. Poi l’immobilismo di organismi chiave come Confindustria o la Fiat degli Agnelli e, non da ultimo, una crisi fortemente voluta e costruita a tavolino, come per la Grecia.

L’Italia doveva economicamente morire, per lasciare il passo a chi soccombeva e, oggi, a chi dalla crisi italiana ci guadagna. Niente di troppo lontano, perché in quest’ottica vanno letti i “Ce lo chiede l’Europa” che periodicamente ci raggiungono. Non serve aggiungere molto all’intervista di Messora e alla ricostruzione che ne fa Maurizio Blondet. Guardare e leggere con attenzione, è un modo per ottenere una “bisaccia” del viaggiatore che permette di restituire un senso all’attualità e agli scenari che si vanno delineando.