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Il governo dei sogni

di Denys Shevchenko - Ministri “esiliati” e il freno a mano sul lavoro del Premier. Salvini direttore di orchestra, ma la banda resta muta. Le figure cardine del dibattito politico-economico lasciate fuori. Intanto dall’Est vi guardano con preoccupazione sperando in un vero cambiamento

Lo premetto: non sono italiano, anche se in Italia ci vivo e lavoro da anni. Qualcuno pensa sia un limite quando si tratta di commentare le vicende della vostra terra, io credo che sia un valore aggiunto. Perché solo dall’esterno si possono capire aspetti economico-sociali che da dentro non vengono colti facilmente. Da manager che proviene dall’Est, cioè da governi che con spirito di sacrificio si sono rialzati soprattutto grazie alla spinta popolare, ho delle aspettative per l’Italia che mi ha accolto.

Da “straniero” dico: la stretta sui migranti è necessaria. Non basta però, e un ministro dell’Interno più affaccendato con i tour e a lanciare messaggi pubblicitari dovrebbe saperlo. Perché forse è arrivato il momento per Matteo Salvini di fare un passo indietro, e di concentrarsi sulla risoluzione del problema migratorio permettendo anche agli altri di lavorare. Le frecciate agli altri componenti del governo – spiace dirlo – sono stucchevoli. Nessun uomo è un isola, e il lavoro di un Premier che sta puntando tutto sul cambiamento assumendosi la responsabilità di scelte difficili e lontane dai riflettori merita rispetto.

Altrettanto lontani, esiliati, sono...continua a leggere su www.recnews.it