A Pratica di Mare sono giunti con un “corridoio umanitario” 51 nigeriani. Eppure in Africa si continua a morire per malnutrizione e malattie. Con i 42 euro pro capite a settimana regalati da Salvini si potrebbe garantire la sopravvivenza a nove bambini che rischiano (davvero) la vita. Oppure guardare all’Italia dei cinque milioni di poveri assoluti
Che le visite “istituzionali” di Matteo Salvini in Africa siano servite a invertire la rotta in tema di migranti, era noto. Prima di questa mattina, però, non ci si immaginava che il ministro dell’Interno avrebbe fatto un clamoroso cambio di rotta. O un passo di lato, forse per sedare le polemiche dei buonisti del “prima i migranti”, e chissene degli italiani. E allora vai con l’accoglienza istituzionalizzata, guidata, stabilita con i vertici africani ma che fa bene anche alla criminalità locale, grazie a cui sono giunti nel nostro Paese altri 51 privilegiati. Tutti ben vestiti, curati, rilassati e all’apparenza lontani dal clima di guerre e privazioni. Niente occhi allucinati dalle brutture dei Boko Haram, solo sorrisi e sguardi complici.
Intanto in Africa si continua a morire di malattie, stenti e denutrizione. Quanto farebbero comodo i sei euro al giorno a testa – il ministro crede di “risparmiare” solo perché non sono più 35 – agli scheletrini che lasciamo tali solo per legittimare l’inefficace lavoro delle associazioni di settore? Stando proprio ai dati dell’Unicef – in partenariato con la Polizia di Stato per la ricezione del ricavato delle vendite del calendario 2019 – con 50 euro si potrebbe sostenere la terapia nutrizionale a base di plumpynut per nove bambini malnutriti. Il titolare del Viminale ha pensato bene di destinarne 42 a settimana per africano che ha bisogno. Ma bisogno di che cosa se chi davvero corre sul filo continua ad esplodere e morire? Forse di un lavoro e di un posto migliore dove stare, e quindi con necessità simili a quegli italiani che, al netto degli slogan, si continuano a non considerare?
Parliamo, quindi, ancora una volta di migranti economici e non umanitari. Quelli che per tutti, Salvini compreso, vengono prima degli italiani provati dalle politiche europee, privati di una dignità che nemmeno le elemosine legate ai redditi elargiti saranno in grado di restituire. Perché gli italiani in povertà assoluta che Istat ha stimato in un’indagine impietosa del 2017 sono 5 milioni e 58 mila. Povertà assoluta, per chi non lo sapesse, significa sopravvivere, cioè condurre una vita dove non mancano gli sfizi o lo shopping settimanale, ma il necessario. E con questo si intende cure mediche, cibo per far fronte al fabbisogno giornaliero, possibilità di garantirsi un’abitazione o anche solo un ambiente salubre. E secondo l’Istituto nazionale di statistica quasi l’8 per cento degli italiani si trova in questa condizione.
Come sempre, si tratta di cifre stimate, previste. Perché i veri poveri sono quasi sempre lontani dai censimenti, dai moduli e dai sondaggi. Si tratta di padri di famiglia che abitano nei camper, di famiglie che vivono in macchinaassieme a figli piccoli cui non riescono a garantire nemmeno una casa o l’igiene personale, di bambini che svengono a scuola perché non mangiano da giorni, di anziani sfrattati dalla casa che hanno pagato con i sacrifici di una vita. Ma, si sa, noi italiani siamo razzisti. Parliamo perché ci sentiamo superiori, perché non vogliamo permettere l’integrazione e l’Italia la vogliamo tutta per noi. Allora, caro ministro Salvini, faccia un regalo a questi razzisti che in queste ore commentano sdegnati sotto i suoi post. Continui pure a girarsi dall’altra parte come tutti per quello che riguarda le disgrazie degli italiani ma, almeno, faccia aiutare chi ha bisogno davvero.